Edilizia, preoccupazione anche in Sardegna

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Confartigianato Sardegna, edilizia in forte crisi

Anche in Sardegna persiste il forte stato di crisi nel settore edilizio. Solamente il comparto delle ristrutturazioni riesce a tenere, mentre quello delle costruzioni ancora non accenna a risollevarsi. A fare il punto della situazione, la Confartigianato Imprese Sardegna.

Sono stati ben 3700 gli addetti in meno tra il mese di settembre 2012 e il mese di settembre 2013 (un calo del 7,6%), mentre dal 2008 sono andati persi 13600 posti di lavoro (un calo del -23,4%). Cifre che emergono dal rapporto sull’edilizia redatto dell’Ufficio Studi della Confartigianato su dati Istat. Una boccata di ossigeno giunge, pertanto, solo dalle ristrutturazioni e dalla riqualificazione energetica degli immobili. Il rapporto della Confartigianato mette in rilievo come in Italia, a ottobre 2013, proprietari di immobili 2.316.000 si sono detti orientati a far effettuare nell’arco del 2014 un intervento di manutenzione dell’abitazione; per via delle misure introdotte dal Governo Letta, il loro numero ha avuto un incremento del 37,4% (ossia + 631.000) rispetto all’ottobre 2012.

Confartigianato Sardegna, l’importanza degli incentivi

Gli edili di Confartigianato Imprese Sardegna hanno sottolineata l’importanza di tali incentivi, che auspicano possano diventare stabili e permanenti in modo da consentire di raggiungere più obiettivi. Gli obiettivi sono quelli del rilancio delle imprese delle costruzioni, il risparmio energetico, la riqualificazione del patrimonio immobiliare, l’emersione di attività irregolari e anche la difesa dell’ambiente. E’ stato ricordato come nel periodo 2007- 2012 a livello nazionale quello inerente le Costruzioni sia stato il settore che ha sofferto maggiormente per la crisi. Infatti, l’edilizia ha mostrato un calo che è arrivato al 22,2% mentre l’economia nazionale nel suo complesso ha registrato una perdita di valore aggiunto del 6,6%.

In calo i finanziamenti alle ditte edilizie

In notevole discesa anche i finanziamenti alle ditte edilizie: tra il giugno 2012 e il settembre dell’anno successivo la flessione è stata del 2,8%. La statistica delinea il quadro della crisi con la fredda logica delle percentuali: le famiglie italiane rinunciano ad accendere mutui per l’acquisto di una casa, mentre nel resto dell’Eurozona si registra un leggero incremento. I soldi scarseggiano e si preferisce fare sacrifici facendo ristrutturare la propria abitazione piuttosto che trovarne una idonea alle esigenze familiari, tanto che è letteralmente crollato il mercato delle compravendite immobiliari e nel 2012 quelle invendute, come “fotografato dall’Istat, sono poco meno del 65%.

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