La Direttiva 2010/31/UE fornisce la definizione di “edificio a energia quasi zero” un “edificio ad altissima prestazione energetica [ ... ] Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l'energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze;”.
Con l'obiettivo che presto tutti gli edifici italiani ex novo soddisfino le caratteristiche proprie degli edifici a energia quasi zero, la Direttiva prevede delle scadenze da rispettare: il 31 dicembre 2020 per tutti i tipi di costruzioni, ed il 31 dicembre 2018 per ogni edificio occupato da enti pubblici.
Questa realtà sembra lontana, eppure i ministeri Italiani dell'Ambiente e dell'Istruzione stanno pianificando la sostituzione delle strutture pubbliche vecchie ed inefficienti (basti pensare che in Italia ci sono 1.500 scuole costruite prima del 1900) con altre nuove ed eco-sostenibili, basate sull'ottimizzazione dell'efficienza energetica. Sono previsti anche interventi di riqualificazione energetica verso una migliore efficienza per le scuole operanti.
Anche se per effettuare questo progetto sono necessarie cospicue risorse finanziarie, il risparmio per quanto riguarda i consumi energetici sarà senza dubbio notevole.
Parlando in numeri, una riduzione globale del 20% sulle emissioni di CO2 in atmosfera, la riduzione del 20% sullo sfruttamento delle fonti primarie e un aumento. Sempre del 20%, sul consumo dell'energia derivante da fonti rinnovabili. In arrivo, quindi, oltre mille scuole a basso impatto ambientale.
In altri continenti queste iniziative sono già realtà, in America ad esempio, sono molte le iniziative verso delle “Net-Zero-Energy Building”. Per quanto riguarda l'edilizia scolastica le Top Ten Green Projects fornite dall'American Institute of Architets dimostrano quali sono le strutture scolastiche più orientate verso il concetto di eco-sostenibilità.